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NAMIBIA ON THE ROAD

Sole accecante, silenzio, una strada diritta. Nessuna macchina, casa, volto umano. Solo l’orizzonte.

Il viaggio, la vacanza e la scoperta della Namibia racconatata da Lucio & Santina.

Questa è la prima immagine che abbiamo avuto durante una piccola sosta del nostro trasferimento dall’aeroporto di Windhoek, alla nostra prima tappa. Un’immagine che descrive fedelmente questo paese dagli spazi sconfinati, dove l’uomo si perde nella vastità della natura. Più di 800.00 kmq (quasi tre volte l’Italia) dove vivono circa 2,5 milioni di persone. Paesaggi tagliati da strade ben tenute, eredità del colonialismo tedesco prima, e del protettorato sudafricano, poi.
La nostra prima tappa è stata il Mount Etjo Safari lodge nel cuore della Okonjati Game Reserve, una delle prime riserve private di caccia della Namibia e dove ebbe luogo la firma della Dichiarazione di indipendenza della Namibia nel 1989. E’ una riserva che ospita più di 8.000 animali ed una varietà immensa di uccelli. Il resort sorge in riva ad un lago pieno di uccelli ed altra fauna selvatica, compreso un ippopotamo sempre immerso nel lago. E’ una costruzione molto bella, con un ampio giardino con la piscina al centro, e le camere molto spaziose, arredate in stile africano, con servizi molto curati e con la vasca da idromassaggio. Trascorsa la notte, il giorno seguente abbiamo fatto il ns. primo safari in Namibia, all’interno della riserva, a bordo di un loro mezzo attrezzato, avvistando numerosi animali. Sosta per il pranzo e ripartenza per la nostra seconda tappa: il Gondwana Etosha safari lodge a Okakuejo, ad appena 10 minuti dall’entrata sud del Parco Nazionale di Etosha. Struttura molta graziosa, composta da bungalows che affacciano tutti sulla savana, dispongono di piccola veranda, servizi adeguati e set per preparazione ti the o caffè. Inoltre nel corpo centrale dove si trova il ristorante, vi è una grande terrazza che si protende sulla savana, dalla quale abbiamo ammirato uno splendido tramonto.

Il giorno seguente, e quello successivo, interamente dedicati al safari all’interno del Parco Nazionale di Etosha.
Siamo stati in Namibia alla fine di Gennaio, quindi nella loro estate, tempo di piogge. Noi abbiamo incontrato solo splendide giornate, mai un giorno di pioggia. Ma le piogge ci sono state e quindi il Parco era verdissimo, al contrario del loro inverno, stagione secca, quando gli animali per abbeverarsi devono recarsi alle pozze ed il terreno è secco e argilloso, senza erba. Abbiamo incontrato moltissimi animali dispersi in questo immenso territorio nel nord della Namibia di 22.912 kmq, con al centro una grande depressione salina di circa 5.000 kmq denominata Etosha Pan. Il parco ospita una infinità di mammiferi, uccelli, rettili e anfibi. Tra gli animali più importanti ci sono gli elefanti, gli springbok, le zebre, le giraffe, gli orici, i kudu, gnù, eland, dik-dik, gazzelle, antilopi, ghepardi, leopardi, iene e sciacalli. Inoltre ci sono moltissimi impala ed il rinoceronte nero e quello bianco avvistabili facilmente presso la pozza di Okakuejo.Ripartiti da Okakuejo, abbiamo viaggiato verso nord in direzione Opuwo, con breve sosta per la visita di un villaggio Himba, una etnia ancora fiera delle proprie tradizioni, dove le donne sono al centro della vita del villaggio: mungono le mucche, prendono l’acqua, custodiscono i bambini e costruiscono le capanne. Si cospargono i capelli di ocra rossa mista a burro e si sposano in età molto giovane. Dopo il pranzo partenza per la regione del Damaraland, attraversando paesaggi che cambiano in continuazione, passsando per piccoli villaggi disposti lungo le piste percorse. 

In Namibia solo il 30 percento delle strade sono asfaltate, il resto sono piste in terra battuta, ma molto ben tenute e scorrevoli. La regione del Damaraland a nord ovest della Namibia è una zona montuosa tra il deserto della Skeleton coast e l’altopiano centrale abitato dalla popolazione Damara, da qui il nome Damaraland. E’ una regione ricca di siti archeologici tra cui, quello delle incisioni rupestri di Twyfelfontein che abbiamo visitato, riconosciuto patrimonio Unesco dal 2007. Lasciato il Damaraland, abbiamo proseguito verso Ovest, dstinazione Swakpomund   passando per il Parco della Skeleton Coast. Il suo nome deriva dalla numerosa quantità di relitti spiaggiati lungo la costa. Ce n’erano più di un migliaio; oggi ne sono rimasti pochi, perché le mareggiate li hanno sepolti. E’ impressionante il rumore delle onde dell’oceano che si infrangono sulla battigia. Abbiamo passeggiato brevemente lungo la spiaggia respirando a pieni polmoni l’aria frizzante ed osservando ancora una volta gli spazi immensi: l’oceano di fronte ed il deserto alle spalle…meraviglioso. Fatta  sosta a  Cape Cross per il pranzo, e per la visita della più grande colonia di Otarie del Capo, più di 100.00. Ci ha accolti un odore forte e penetrante, ed un chiasso infernale di otarie che chiamavano i piccoli e dei piccoli che cercavano la madre. Abbiamo fatto numerose foto per immortalare questo momento.

Siamo ripartiti per la destinazione giornaliera di Swakopmund facendo ancora una sosta lungo la Skeleton Coast per osservare un relitto incagliatosi di recente, un motopeschereccio di nome Zelia, ormai colonizzato da un nutrito stormo di cormorani. In serata siamo arrivati a Swakpomund per la cena ed il pernottamento.
E’ una cittadina molto carina, di chiara impronta tedesca, sembra di vedere un paese della Baviera. E’ la località di villeggiatura per eccellenza della Namibia, trovandosi affacciata sull’oceano e godendo di un clima temperato con temperature comprese tra i 15 e i 25°C con poche piogge durante l’anno sopperite dalla corrente fredda del Benguela che trasporta nell’area umidità in forma di nebbie mattutine. Abbiamo concluso la serta cenando in un locale caratteristico, sul porto, costruito sulla prua di un rimorchiatore.
Il giorno seguente siamo ripartiti verso sud per entrare nel deserto del Namib, tappa successiva del nostro viaggio. Il trasferimento è stato abbastanza lungo, ma non c’e stato tempo per annoiarsi, infatti dopo circa 15 km sosta per ammirare uno degli straordinari paesaggi che caratterizzano questa meravigliosa terra: il Moon Landescape, la valle della Luna. Sembrava di vedere in piccolo il Grand Canyon americano; questo luogo si è formato circa 450 milioni di anni fa dall’erosione del fiume Swakop. Circa a metà percorso ci siamo fermati per le foto sotto il cartello che segnala la linea immaginaria del Tropico del Capricorno, e poco più avanti per il pranzo in una struttura carinissima, in pieno deserto, su una piccola altura con una vista a 360°. Un piccolo lodge molto bello e ben curato, con un’ampia zona di relax coperta e con una grande piscina a sfioro, meravigliosamente incorporata in questo paesaggio. Prima di arrivare a destinazione, c’è stato il tempo di una sosta in una località denominata Solitaire. Solitaire è uno di quei posti che senza una storia, non sarebbe altro che una stazione di rifornimento in mezzo al deserto della Namibia, sepolta dalla sabbia, invece grazie a Moose Mc Gregor, scozzese fuori dagli schemi, è divenuta una tappa obbligatoria per chi viaggia in Namibia, anche per assaggiare la torta di mele che questo personaggio ha reso famosa. Lo spazio di fronte alla pasticceria è disseminato di carcasse di vecchie auto, di insegne di legno, di piante grasse e la sua tomba.
In serata arrivo al Gondwana The Grace, un lodge composto da 24 bungalows completamente indipendenti ed esclusivi, con piscina privata e vista sulle dune del deserto popolato da orici. Qui ci siamo fermati due notti.
La mattina seguente, partenza di buon’ora verso il deserto del Namib, per poter ammirare il sorgere del sole che colora di rosso acceso le dune di sabbia e scattare delle foto stupende con le ombre che si allungano sul terreno. Quindi ripartenza verso l’interno del Parco per arrivare alla sosta più importante: la mitica duna 45. Così chiamata perché è situata a 45 km dall’ingresso del parco; non è la più alta, ma è la più visitata, fotografata e scalata. Sfortunatamente siamo arrivati quando si è levato un forte vento che sollevava tantissima sabbia, e durante la scalata, questa ci ha investiti in modo violento, tanto da sembrare di essere colpiti da una moltitudine di spilli. Non ci siamo comunque arresi e siamo arrivati fino alla sommità per poter godere di una vista incommensurabile. Appagati da questo spettacolo, siamo scesi divertendoci ad affondare nella sabbia che rallentava i nostri passi. Dovevamo proseguire per il luogo simbolo del deserto del Namib: Sossuvlei, ma la tempesta di sabbia che si è alzata ci ha fatto desistere e siamo tornati al lodge per un pomeriggio di totale relax.
Il giorno seguente, ripartenza per l’ultima tappa: il deserto del Kalahari. Siamo arrivati alla struttura in tempo utile per il pranzo. La struttura, il Gondwana Anib Lodge, sorge ai margini del deserto; molto carina, con tutte le abitazioni disposte a semicerchio con una grande piscina al centro ed un corpo centrale dove ci sono la reception ed il ristorante molto ampio e luminoso e dalle cui finestre si vedeva un gruppo di gnù intenti ad abbeverarsi. Nel pomeriggio abbiamo fatto il nostro safari a bordo di due fuoristrada guidati da rangers del lodge nel deserto. Il deserto del Kalahari a differenza di quello del Namib, è caratterizzato da dune di sabbia rossa basse e ricche di vegetazione . Durante il safari incontriamo giraffe, impala, springbok, orici, kudu, zebre, sciacalli, e gli eland, un’antilope di grande dimensione. Alla fine del safari, i rangers ci hanno portato sulla sommità di una duna, dove ci hanno offerto un piccolo buffet, e da lì abbiamo ammirato il tramonto. Fantastico vedere il disco rosso del sole scomparire all’orizzonte.

Con questa immagine si è concluso dopo undici giorni il nostro viaggio in Namibia, terra che non smette mai di stupire. 
Curioso posto la Namibia: è stato tutto così strano, inatteso ed unico che ci veniva istintivo guardare in basso per vedere se per caso, sotto i nostri piedi, c’era un numero di pagina.
Ci è sembrato di vivere undici giorni proprio come in un racconto.

GRAZIE

A LUCIO E SANTINA PER AVER CONDIVISO CON NOI LA LORO VACANZA!

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“Viaggiare è una passione e della mia passione ne ho fatto un lavoro! In Contigo Viaggi mi occupo principalmente del Business Travel , contratti corporate e di seguire le aziende dalla partenza al rientro"